La caduta del “Muro di Washington “

Berlino, 3 ottobre 1989
Washington, 7 gennaio 2021

di Giuseppe Cucchi

In una delle sue Encicliche , redatta nel bel mezzo della gravissima crisi che per anni travagliò tutto il mondo comunista dopo la caduta del Muro di Berlino , Papa Giovanni Paolo II secondo prendeva spunto da quanto era accaduto oltre Cortina per ammonire  il mondo liberale , ricordandoci come  anche i nostri sistemi istituzionali e le nostre strutture di governo fossero assolutamente imperfetti e come tali potessero rivelarsi fragilissimi qualora non rispondenti in pieno alle aspettative dei cittadini.

Un avvertimento che assume ora addirittura una colorazione profetica alla luce di quanto accaduto ieri in una delle più grandi,  e fino a poco tempo fa apparentemente più stabili , fra le democrazie di questo mondo che si rivela di giorno in giorno sempre più travagliato da problemi che richiedono ormai una soluzione se non immediata perlomeno particolarmente rapida.

Che le democrazie, tutte le democrazie , tanto quelle presidenziali quanto quelle parlamentari , fossero in crisi è cosa che sapevamo già e la sapevamo già da parecchio tempo . Non abbiamo però mai trovato né la volontà né la forza per mettere mano ad una opera di riforma che minacciava di essere difficile , lunga e dolorosa.

Il risultato di questo ritardo nella reazione è quanto abbiamo visto succedere ieri a Washington e non è un caso il fatto che le scene cui abbiamo assistito  in diretta in questa terribile notte del dopo Epifania siano avvenute in uno Stato che ancora detiene la guida pratica del cosiddetto mondo libero e che sino a ieri aveva preteso , almeno in parte con ragione , di esserne anche la guida morale.

È inutile illuderci a questo punto che si tratti di un episodio isolato , un momento di follia destinato ad attenuarsi rapidamente nel ricordo e a comportare poche conseguenze . Quanto è successo a Capitol Hill , con la dissacrazione volontaria da parte della folla di uno dei  Parlamenti del mondo più carichi di storia , è invece qualcosa che in termini di gravità si apparenta molto con ciò che avvenne nell”89 e nei convulsi anni che seguirono la caduta del Muro di Berlino.

Ieri in realtà quello che è caduto è il Muro di Washington , e tutto l’Occidente deve rendersi conto che per rialzarci sarà necessario spazzare quanto prima tutte le macerie e ricostruire poi su basi veramente nuove.

Si tratta quindi di un problema che non è soltanto un problema americano ma che investe invece tutti noi che sulla  solidità del legame transatlantico , sulla garanzia di sicurezza americana e prima di tutto sulla comunità di valori fra le due sponde dell’Oceano avevamo basato le nostre speranze di sereno e pacifico progresso.

Dall’America , l’America che è venuta prima di questa ondata di follia scatenata dall’ultima Presidenza , l’Europa ha ricevuto parecchio nel corso degli ultimi cento anni . Ora forse è venuto il momento di iniziare a restituire e di assumere noi per una volta quel ruolo trainante , morale e di buon senso , che il Grande Fratello USA non sembra per il momento in grado di svolgere.

E chissà che magari , confrontati ad un simile difficile ed alto compito ,noi non si riesca anche a progredire in quella unità di intenti Europea che ancora ci fa difetto.


Articolo pubblicato su su Infosec News, qui presente su gentile concessione dell’autore.