Nuovo leader in Germania e ripercussioni europee.

di Guido Long

Il 7 Dicembre si sono tenute le elezioni per eleggere il nuovo leader dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU), partito dominante in Germania. I 1,001 delegati hanno deciso di eleggere Annegret Kramp-Karrenbauer nuovo presidente della CDU.

A fine Ottobre Angela Merkel, cancelliera dal 2005, aveva annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo mandato, e pur restando in carica come cancelliera ha rassegnato le dimissioni da leader, dopo varie performances elettorali in calo per il suo partito. Può sembrare strano che un’elezione di un capopartito possa avere ripercussioni così importanti a livello continentale. Eppure molti osservatori pensano sia il caso. La CDU, nonostante risultati elettorali e sondaggi in calo, rimane saldamente il primo partito tedesco, e di conseguenza è altamente probabile che il cancelliere rimarrà in futuro espressione di questo movimento. Tradizionalmente per la CDU il capo di governo è al contempo presidente del partito. E si sa che, volente o nolente, il cancelliere tedesco ha un ruolo fondamentale nelle dinamiche europee.

La vittoria di Jens Spahn, attuale ministro della salute, è sembrata fin dall’inizio alquanto improbabile, ma a 38 anni questo può essere considerato un primo passo verso la raccolta del consenso che potrebbe portarlo ad alte cariche in futuro. Spahn non ha mai avuto paura di criticare apertamente la cancelliera, in particolar modo sulla questione migranti, ed una sua vittoria avrebbe potuto lasciar presagire un ulteriore passo indietro rispetto ad una gestione comunitaria dei flussi migratori. Inoltre, data la sua giovane età, la sua leadership avrebbe potuto durare negli anni, come quella della Merkel. Così non è stato, ed i delegati hanno optato per qualcuno ritenuto più pronto.

Friedrich Merz, in passato capogruppo al parlamento federale, fu messo fuori dai giochi proprio da Angela Merkel, e per questo motivo la sua candidatura può essere interpretata come la ricerca di una rivincita. Dopo aver lasciato la politica ha avuto un discreto successo nel settore privato lavorando nel settore legale di varie grosse aziende. Rilevante a livello europeo è stato l’endorsement ricevuto da Wolfgang Schäuble, attualmente presidente del Bundestag ma uno fra i principali protagonisti delle delicate fasi della crisi quando era ministro delle finanze. Non sembra quindi troppo speculativo immaginarsi Merz perseguire politiche conservatrici da un punto di vista economico e di ridistribuzione all’interno dell’UE. Potenzialmente la sua elezione avrebbe potuto significare un rallentamento dell’integrazione europea, quantomeno da un punto di vista economico, in un momento in cui riforme come l’unione bancaria o la creazione di un ministro delle finanze dell’eurozona appaiono in una fase di stallo. Ma ancora una volta, i 1,001 delegati hanno scelto diversamente.

Seppur non ufficialmente, Annegret Kramp-Karrenbauer era l’erede scelta da Angela Merkel, che a Febbraio l’aveva nominata Segretario Generale del partito. Per questo ruolo AKK, come viene chiamata in Germania, aveva rinunciato al titolo di Ministro Presidente del Saarland, piccolo Land della Germania al confine con la Francia. La mossa segnalò grande ambizione e lungimiranza politica, perché i Länder sono molto importanti nella politica tedesca e l’esserne Ministro Presidente è ruolo prestigioso. Chiaramente, col senno di poi, il calcolo della Kramp-Karrenbauer si è rivelato azzeccatissimo. E proprio il fatto di essere originaria di una zona di frontiera potrebbe influenzarne.

l’attività europea. AKK parla francese, e questo potrebbe ulteriormente privilegiare i rapporti con la Francia – anche simbolicamente data invece la notoria padronanza del russo di Angela Merkel.

Dal punto di vista politico, la nuova leader della CDU ha un profilo se vogliamo atipico, essendo considerata conservatrice dal punto di vista sociale (passò alle cronache la sua opposizione al matrimonio gay) ma di sinistra in campo economico. Sulla questione migranti ha posizioni più restrittive rispetto alla Merkel, ma non c’è dubbio che rispetto agli altri due contendenti fosse più in linea con le politiche della cancelliera.

Tutto sommato, Bruxelles può tirare un sospiro di sollievo, visto che le probabilità di vedere Angela Merkel restare cancelliera ancora qualche anno sono aumentate, mentre l’elezione di un suo rivale avrebbe potuto portare ad un cambio della guardia. Date le varie crisi che vive oggi l’Unione Europea, dalla Brexit alla perdita di legittimità di Emmanuel Macron, la stabilità offerta da Angela Merkel è più che benvenuta.