Agricoltura ed energie sostenibili nel Mediterraneo

di Paolo De Castro

Nei prossimi anni i sistemi agricoli si troveranno a fronteggiare sfide di portata straordinariamente ampia rispetto al passato. I fattori alla base del nuovo contesto di riferimento vanno ricercati nella dimensione demografica (aumento della popolazione mondiale), socioeconomica (incremento dei redditi e cambio delle diete), ambientale (adattamento dei metodi di produzione verso modalità più sostenibili) e di lotta agli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Sulla base delle previsioni disponibili, per garantire cibo ai 9,3 miliardi di persone che nel 2050 popoleranno il pianeta la produzione agroalimentare dovrà crescere del 70% rispetto ai livelli attuali, mentre avremo bisogno del 40% di acqua in più e di una disponibilità di energia superiore del 50% rispetto ai consumi correnti.

Questi fabbisogni dovranno essere soddisfatti in un contesto di forte pressione per le risorse naturali coinvolte nella produzione agricola, come nel caso dei terreni, che risultano esposti a problemi di erosione, inquinamento e qualità (bassi livelli di materia organica).L’impegno che in futuro dovrà essere riservato nei confronti della sicurezza alimentare e dello sviluppo di un’agricoltura sostenibile assume una rilevanza significativa anche per i paesi che si affacciano sul mediterraneo e, in particolare, per alcune aree geografiche che mostrano un basso grado di autosufficienza alimentare e che per soddisfare la domanda interna fanno un ricorso massiccio alle importazioni.

Se non vogliamo trovarci di nuovo di fronte a rivolte, aumento dei livelli di povertà e fenomeni di instabilità politica conseguenti ad incrementi di prezzo dei prodotti alimentari (come accaduto dal 2008 in poi in alcuni paesi dell’area mediterranea) è di fondamentale importanza favorire, in quei contesti territoriali, lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e competitiva in grado di supportare la crescita di sistemi alimentari in linea con le esigenze della popolazione.

Per i paesi del Mediterraneo il settore agricolo costituisce un comparto strategico di fondamentale importanza, che può contribuire allo sviluppo socioeconomico complessivo favorendo anche la riduzione dei recenti fenomeni di emigrazione economica dal Nord Africa verso l’Europa; inoltre, la consapevolezza che l’agricoltura sarà sempre più determinante per gli equilibri geopolitici futuri potrà consentire di farle assumere un ruolo centrale anche nei processi di cooperazione euro mediterranei.

All’interno di questo scenario complessivo l’offerta e la (crescente) domanda di energia tendono a rappresentare un tassello molto importante per poter rispondere alle sfide future che attendono il settore agricolo, per cui la dimensione energetica sarà sempre più determinante nei processi di sviluppo globale (specie per ciò che attiene le questioni legate alla stabilità degli approvvigionamenti e ai costi collegati).

Tuttavia, nell’ambito della produzione energetica si possono individuare anche nuove opportunità per il tessuto produttivo primario dei paesi dell’area mediterranea in termini di reddito e occupazione, in particolare attraverso lo sfruttamento delle opportunità collegate alle energie rinnovabili (nelle sue diverse declinazioni: eolica, solare, biomasse agricole e forestali, ecc.).

L’inserimento in azienda agricola della produzione energetica sostenibile (ad esempio attraverso lo sfruttamento delle biomasse agricole) può infatti contribuire, oltre ad un miglior allineamento nei confronti degli obiettivi ambientali di livello globale, a diversificare le fonti di reddito e a garantire sostenibilità economica anche in momenti in cui i prezzi degli output agricoli dovessero essere particolarmente bassi.

Effetti positivi si potranno inoltre determinare anche per aspetti di carattere occupazionale, in quanto lo sviluppo di filiere energetiche rinnovabili “produce” nuove esigenze in termini di professionalità. Nei paesi mediterranei lo sfruttamento di queste opportunità potrà contribuire a sostenere la vivacità dei sistemi agricoli, tuttavia è indispensabile poggiare lo sviluppo delle filiere energetiche sostenibili su solidi elementi di programmazione, evitare la competizione nell’uso del suolo agricolo per destinazioni alimentari ed energetiche e prevedere, per quelle realtà geografiche più marginali, processi di cooperazione volti al trasferimento delle conoscenze e allo sviluppo/adattamento delle tecnologie più appropriate ai contesti territoriali.


L’Onorevole Paolo De Castro si è laureato in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Bologna. Attualmente è Professore Ordinario di Economia e Politica Agraria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bologna. Attualmente è il Coordinatore del Gruppo S&D al Parlamento UE e Standing Rapporteur per il TTIP. Dal 21 ottobre 1998 al 25 aprile 2000 è stato Ministro delle Politiche Agricole e Forestali nei due Governi presieduti da Massimo D’Alema. Il 17 maggio 2006 viene nominato Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali nel Governo Prodi.