Missione Africa per i nuovi Vertici militari
Periodo importante e periodo complesso questo, per tutti i paesi che un tempo si identificavano come “i paesi dell’Occidente” affidando coralmente la propria difesa e la propria sicurezza ad una solida Alleanza Atlantica sostenuta da ideali e valori condivisi e disciplinata dalla assoluta ed indiscussa preminenza del grande fratello statunitense. I tempi però sono cambiati, il panorama internazionale è mutato, le minacce sono divenute più complesse ed articolate. Le sicurezze hanno così cessato di apparire come tali in un mondo che diviene di giorno in giorno sempre più multipolare ed ove l’intreccio delle ambizioni e l’integrazione di tanti protagonisti complicano oltremisura tutto quello che sino a ieri appariva di lineare semplicità. In un simile clima persino la NATO appare in crisi, penalizzata dal modo in cui Stati Uniti ed Unione Europea non riescono più ad elaborare posizioni comuni su molti dei più importanti dossier di politica estera. Nello stato di insicurezza che ne deriva l’Alleanza non riesce a rinnovarsi rifiutando, tra l’altro, di accordare al suo fianco meridionale tutta l’attenzione che esso meriterebbe.
Si apre così uno spazio che potrebbe evidenziarsi come una grande possibilità di crescita per la UE. Pur avendo già fatto qualche indicativo passo avanti nel settore della sicurezza e della difesa essa non riesce però ancora ad approfittare appieno di un momento estremamente favorevole, almeno sotto questo aspetto. I cambiamenti radicali in fondo sono sempre periodi di rischi accentuati, ma nel contempo anche di grandi opportunità! Fondamentalmente cambiata è in alcuni casi anche la natura della minaccia, un tempo nettamente distinta fra minaccia interna e minaccia esterna. Una equazione che il terrorismo ha sconvolto, mentre l’ISIS evidenziava nel corso degli ultimi sanguinosi anni come la guerra in teatri lontani e quella al terrorismo in casa propria altro non siano che aspetti strettamente connessi di una medesima strategia di difesa. A complicare ulteriormente le cose infine interviene ora anche un nuovo teatro di azione, la cyber dimension, già individuata e continuamente testata come il campo di battaglia di uno scontro ibrido del futuro che rischia di acquisire di giorno in giorno peso sempre maggiore. In un quadro del genere le nomine dei nuovi vertici dell’Esercito e dei Carabinieri, avvenute recentemente, non possono certo essere considerate come scelte di routine ma rivestono invece tutta l’importanza delle decisioni assunte in tempi di forte crisi.
I due alti ufficiali selezionati, il Generale Salvatore Farina per l’Esercito ed il Generale Giovanni Nistri per i Carabinieri hanno entrambi curricula eccezionali, che colpiscono per la delicatezza e la varietà degli incarichi ricoperti con successo nel corso di prestigiose carriere. Indicativi in tal senso i posti che lasceranno al momento di assumere i nuovi incarichi. Farina cedera’ infatti il Joint Force NATO Command di Brunssum, in Olanda, mentre Nistri quello interregionale Ogaden, a Napoli. Dal primo giorno del loro nuovo mandato entrambi si troveranno però a dover affrontare problemi gravi ed urgenti tanto sul piano nazionale che su quello internazionale Il compito più difficile, almeno nell’immediato e su scala italiana, appare forse quello di Nistri, chiamato a ridorare quel blasone dei Carabinieri – sino a ieri nell’immaginario collettivo italiano “al disopra di qualsiasi sospetto, come la moglie di Cesare ” – che disavventure di diverso tipo e livello hanno contribuito non poco ad offuscare negli ultimi tempi. Farina si troverà per contro confrontato al problema di un Esercito che sostiene la maggior parte dello sforzo operativo delle Forze Armate e da troppo tempo fa miracoli, in penosa carenza di mezzi, per garantire l’adeguato livello di addestramento del personale nonché il rinnovo dei materiali indispensabile alla continuità d’azione. Una condizione che ha generato un forte malcontento nei Quadri della Forza Armata, ben consci di come anche per l’Esercito risulterebbe indispensabile una legge promozionale simile a quella che la Marina Militare ha già ottenuto. Quanto al settore internazionale le difficoltà si articoleranno poi per entrambi gli ufficiali su due differenti livelli. Il primo sarà quello delle Grandi Organizzazioni di cui siamo membri e che operano nel settore della sicurezza e della difesa, vale a dire l’ONU, la NATO, la UE ed in certo senso anche l’OSCE, di cui tra l’altro l’Italia dovrebbe assumere l’anno prossimo la presidenza. È ovvio come i problemi di questo livello, soprattutto quelli del superamento della crisi dell’Alleanza Atlantica e della crescita dell’Europa della difesa, di cui già abbiamo fatto cenno, siano in primo luogo problemi di alta politica e quindi da affrontare, ben prima che in quello militare, negli ambiti governativo, parlamentare e diplomatico a ciò delegati. Qualsiasi addetto ai lavori sa però bene, per personale esperienza, quanto grande possa essere il valore aggiunto derivante da una azione corale ed intelligente di tutti i settori della Amministrazione coinvolti. Fra l’altro un contributo notevole all’azione di Farina e Nistri in questo settore potrà tra l’altro venire anche dal Generale Claudio Graziano, per ora ancora Capo di Stato Maggiore della Difesa ma a partire dal novembre del prossimo anno già designato quale futuro Presidente del Comitato Militare della Unione Europea. Una terza nomina quindi, che in un certo senso entra in sistema con le altre due completando una panoplia italiana che vede Nistri orientato soprattutto sul livello nazionale, Graziano principalmente su quello internazionale e Farina a cavaliere di entrambi.
Per le nuove nomine ci sarà poi infine anche il compito non soltanto di gestire la nostra partecipazione alle ben trentatré operazioni Internazionali cui l’Italia attualmente contribuisce ma anche di mantenersi pronti a nuovi interventi in quell’Africa che appare destinata ad imporsi sempre più come uno dei futuri poli della nostra attenzione. Considerati da un lato l’esperienza che l’Italia ha accumulato nel settore, dall’altro la capacità che il nostro personale ha dimostrato in ogni operazione all’estero questa forse per due ufficiali del valore e della capacità di Farina e di Nistri risulterà però la minore fra tutte le preoccupazioni!
* Contributo pubblicato sul quotidiano La Stampa del 24 dicembre 2017. Qui riportato integralmente su gentile concessione dell’autore.